Il mio cammino Somatic Competence® Yoga
by Elena De Donato, SCY Teacher
Per quanto tempo un insegnante di yoga dovrebbe continuare a formarsi? Quando mi sono posta questa domanda, alla decisione di insegnare yoga, ero in cerca di numeri, misure e quantità che mi potessero dare sicurezza. Non ero entrata ancora nel vivo del cammino di formazione verso l’insegnamento e dall'esterno la mia percezione evocava schemi e logiche legate al senso comune. Ero ingenuamente attratta dall'immagine della praticante “risolta e realizzata”, il cui approdo al ruolo di insegnante rappresentava l’emblema.
Man mano che approfondivo le mie conoscenze, però, lo spessore di questa disciplina portava alla mia consapevolezza una sensibilità nascosta e una complessità che per tanto tempo non avevo voluto vedere né affrontare in me. Ho sempre amato condividere, trasmettere ed insegnare, e una volta diplomata è stato per me un privilegio poterlo fare, ma ben presto l’aumento di intensità e frequenza delle lezioni portava alla luce paure e blocchi per me inattesi durante la pratica dello yoga, che allora pensavo solo in termini di mera disciplina. Ho così capito che il solo aggiornamento didattico non sarebbe stato abbastanza, poiché più che insegnare, lo yoga si trasmette e si passa attraverso ciò che si è.
Se già il cammino del diploma mi aveva portato ad un radicale cambio di visione culturale, solo in seguito approdando alla conoscenza del trauma e del traumatismo generalizzato presso l’Istituto di Psicosomatica Integrata, ho potuto prendere pieno contatto con le dinamiche critiche con cui faticavo a convivere durante le lezioni. La scuola di Alta Formazione Somatic Competence® Yoga mi ha permesso di affrontare queste dinamiche alla luce di un cammino di condivisione, studi e lavoro su di sé e sulle relazioni, che ha innescato un’ulteriore trasformazione ottimizzando la qualità dei miei sforzi. Lo yoga è così diventato per me un percorso multilivello, che ha aperto scenari di esplorazione interiori e del rapporto con l’altro suscettibili di continua osservazione, studio, scoperta. Il percorso fatto insieme ad altre insegnanti “alla ricerca” ha modificato il mio sguardo a lezione verso gli allievi e verso di me, permettendomi di tenere conto di ciò che osservo in sinergia, anziché in conflitto, con gli ideali di insegnamento e l’imprinting yogico da cui provengo.
Le mie lezioni hanno iniziato a lasciare più spazio al corpo e alle sue esigenze di regolazione, come tappa propedeutica ai gradini più sottili del percorso dello yoga. Ho così scoperto che la nostra quotidianità frenetica e turbata dalla iper-connessione digitale, può beneficiare attraverso lo yoga della riscoperta del corpo sia in alternativa che come prerequisito al lavoro più spirituale della pratica, potendosi ugualmente dire yogica se in sintonia con le necessità primarie fisiologiche ed emotive della persona.
Da allora, la scuola e l’appartenenza a un team, mi aiutano a mantenere la sintonizzazione durante l’insegnamento, scoprendo risorse e affinando strategie personali in una comunità virtuale: di confronto, supporto e riferimento personale per la didattica in situazioni critiche e di aggiornamento sulle componenti più neuro-scientifiche della pratica yoga.
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